Il paradigma della PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (PNEI) è un modello scientifico che vede l’organismo umano come una rete che mette in comunicazione bidirezionale i grandi sistemi di regolazione del corpo:
il nervoso, l’endocrino e l’immunitario e tra questi e la psiche. L’equilibrio fra questi sistemi determina lo stato di salute e malattia. Diversi fattori sono in grado di influenzare la rete PNEI: alimentazione, attività fisica, ambiente fisico e sociale, condizioni psicologiche, capacità di gestione dello stress, qualità del sonno, postura, qualità del respiro, rete corporea biomeccanica e bioenergetica ecc. sono tutti fattori che possiedono una capacità di influenzare e modulare, in positivo o in negativo, la rete-organismo nel suo insieme. Nell’ambito PNEI e terapie integrate, l’integrazione delle cure rappresenta la risposta alle più diffuse patologie fisiche e mentali, una risposta centrata sulla persona e non solo sulla malattia. Di fatto, la PNEI guarda all’individuo nella sua interezza come una persona unica ed irripetibile, nella salute e nella malattia.
l cibo rappresenta il più potente modulatore dell’assetto PNEI e terapie integrate dell’organismo. Il cibo non è un semplice contenitore di calorie e nutrienti e noi non siamo un recipiente passivo per il cibo che mangiamo. Il nostro organismo interagisce attivamente con gli alimenti con cui ci cibiamo, ognuno di noi lo fa in modo diverso e unico, e questo è alla base della PNEI e terapie integrate, che per questo motivo devono essere sempre personalizzate. Ogni volta che mangiamo scegliamo, in base a quello che introduciamo attivamente nel nostro corpo, se influenzare positivamente o negativamente tutta la rete-organismo.
Oggi parliamo di un nutraceutico in particolare, la curcumina, in ambito PNEI e terapie integrate.
Attraverso la cristallografia a raggi x e la specificità dell’inibitore della chinasi, i ricercatori della University of California di San Diego School of Medicine, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Pechino e Zhejiang, hanno rivelato che la curcumina, un composto chimico naturale presente nella spezia, si lega all’enzima chinasi 2 regolato dalla tirosina a doppia specificità (DYRK2) a livello atomico. Questa interazione biochimica precedentemente non segnalata della curcumina, porta all’inibizione di DYRK2 che ostacola la proliferazione cellulare e riduce il carico del cancro.
Ma prima di rivolgersi a integratori di curcumina o di curcuma, la metodologia Pneisystem, basata sulla PNEI e terapie integrate, avverte che la sola curcumina potrebbe non essere la risposta. In generale, la curcumina viene espulsa dal corpo abbastanza velocemente, e per essere efficace, ha bisogno di essere modificata per entrare nel flusso sanguigno e rimanere nel corpo abbastanza a lungo per colpire il cancro. A causa di vari inconvenienti chimici, la curcumina da sola potrebbe non essere sufficiente per invertire completamente il cancro in pazienti umani.
Nello studio, pubblicato nel numero del 9 luglio degli Atti dell’Accademia Nazionale delle Scienze, emerge che la curcumina, uno dei nutraceutici in ambito di PNEI E terapie integrate,si lega e inibisce DYRK2 bloccando il proteosoma – il meccanismo delle proteine cellulari che distrugge le proteine non necessarie o danneggiate nelle cellule – che a sua volta riduce il cancro nei topi.
Sebbene la curcumina sia stata studiata per più di 250 anni e le sue proprietà anti-cancro siano state precedentemente riportate, nessun altro gruppo ha riportato una struttura co-cristallina della curcumina legata a un target di chinasi di proteine fino ad ora, e grazie al lavoro sulla cristallografia è stato possibile visualizzare l’interazione tra curcumina e DYRK2.
La metodologia Pneisystem, in ambito PNEI e terapie integrate, conferma che enzimi chinasi IKK e GSK3 erano considerati i principali bersagli della curcumina che portano all’effetto anti-cancro, ma la struttura co-cristallina della curcumina con DYRK2 insieme a un profilo di inibitore della chinasi di 140 pannelli rivela ora che la curcumina si lega fortemente al principio attivo di DYRK2, inibendolo ad un livello che è 500 volte più potente di IKK o GSK3, e questa nuova scoperta rafforza le applicazioni PNEI e terapie integrate, in un ottica futura.
Utilizzando topi modelli di cancro e modelli cellulari, è stato scoperto che la curcumina è un inibitore selettivo di DYRK2 e che questo nuovo bersaglio molecolare ha un potenziale antitumorale promettente non solo per i tumori resistenti alla chemiosensibilità, ma anche agli inibitori del proteosoma. I risultati rivelano un ruolo inaspettato della curcumina nell’inibizione del proteasoma DYRK2 e forniscono una dimostrazione del fatto che la manipolazione farmacologica dei regolatori del proteosoma può offrire nuove opportunità per il trattamento del carcinoma mammario triplo negativo difficile da trattare e del mieloma multiplo. L’obiettivo principale è quello di sviluppare un composto chimico che possa colpire DYRK2 in pazienti con questi tumori.